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10 storie di bambini coraggiosi

10 storie di bambini coraggiosi che hanno cambiato il mondo

Scuola dell'Infanzia, Scuola Primaria, Scuola Secondaria di primo grado

10 storie di bambini coraggiosi che hanno cambiato il mondo

Obiettivo

Da Greta Thumberg a Malala, passando per molti giovani meno noti ma egualmente meritevoli: ecco le storie di ragazzi e ragazze hanno deciso di cambiare il mondo mettendosi in gioco, senza paura e con grande determinazione

Tempo di apprendimento

Apprendimento in: 2 ore

L'argomento

Ogni venti novembre si celebra la Giornata internazionale dei diritti dei bambini. La data è stata fissata perché si ricorda il giorno in cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, a New York nel 1959. Ciascun ragazzo ha il compito di farsi rispettare ma non in tutto il mondo, purtroppo i ragazzi hanno la possibilità di studiare, di lavorare in maniera dignitosa, di manifestare le proprie idee o di vestirsi come vogliono. Abbiamo selezionato per voi 10 storie di bambini coraggiosi, dieci ragazze e ragazzi straordinari che hanno cambiato la loro vita ma anche quella degli altri.

Attività

Ogni venti novembre si celebra la Giornata internazionale dei diritti dei bambini. La data è stata fissata perché si ricorda il giorno in cui l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, a New York nel 1959. Ciascun ragazzo ha il compito di farsi rispettare ma non in tutto il mondo, purtroppo i ragazzi hanno la possibilità di studiare, di lavorare in maniera dignitosa, di manifestare le proprie idee o di vestirsi come vogliono. Abbiamo selezionato per voi 10 storie di bambini coraggiosi, dieci ragazze e ragazzi straordinari che hanno cambiato la loro vita ma anche quella degli altri.

Iqbal Masih (1983-1995; Pakistan)
La frase: “Mi batterò non solo per liberare me stesso e i miei compagni di sventura dalle catene in cui mi trovo. Non solo quelle che colpiscono i bambini, ma anche gli adulti, perché non può esserci benessere per i bambini finché gli adulti saranno offesi e sfruttati Vi abbraccio, vostro Iqbal”.

A quattro anni Iqbal comincia a lavorare in una fabbrica di tappeti in Pakistan senza sosta. Quando sua madre si ammala, chiede cento dollari in prestito al proprietario del posto dove lavorava per potersi operare. Non riuscendo a restituire i soldi è costretta a dare il figlio come schiavo. Iqbal a dieci anni fugge, coree dalla Polizia che lo riportò in azienda dove viene legato alla macchina che produceva i tappeti. Un giorno vede il manifesto di un’organizzazione che cerca di salvare le persone prigioniere. Li contatta e riesce a farsi liberare. Da quel momento la sua missione diventa quella di liberare tutti gli altri schiavi. Nel 1995, purtroppo viene assassinato.

Melati e Isabel Wijsen (2001 e 2003; Indonesia)
La frase: “A Bali generiamo 680 metri cubi di rifiuti di plastica al giorno; una quantità con cui si potrebbe costruire un edificio di 14 piani. e, per quanto riguarda i sacchetti di plastica, meno del 5% viene riciclato”.

Nel 2013 le due sorelle, a 12 e 10 anni, hanno iniziato una guerra ai sacchetti di plastica lanciando l’iniziativa dal nome Bye Bye Plastic Bags. Il loro obiettivo è quello di diffondere tra i propri coetanei una maggiore consapevolezza delle conseguenze negative legate all’uso dei prodotti di plastica usa e getta. Guidati da Isabel e Melati, i ragazzi balinesi hanno iniziato a ripulire le spiagge. Le due ragazze hanno fatto anche uno sciopero della fame e nel 2019 finalmente a Bali è stata emanata una Legge che vieta di usare prodotti di plastica monouso.

La frase: "Non oggi. Mai più".

Emma a 18 anni ha vissuto l’esperienza più drammatica della sua vita. Un ex allievo del suo liceo a Parkland, in Florida, in un giorno d’inverno del 2018 è entrato nell’istituto armato di fucile e ha ammazzato tanti innocenti e ferito tanti altri ragazzi. Sopravvissuta alla strage, Emma, ha fondato un comitato che chiede più controllo sulle armi visto che in America è consentito usarle a tutti. Le manifestazioni organizzate da lei e dalla sua organizzazione, hanno avuto il sostegno di George Clooney, di Justin Bieber e tanti altri.

Malala Yousafzai (1997); Pakistana

La frase: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.

Malala ha 15 anni quando, nel 2012, un gruppo di uomini armati sale sul pullman che la sta portando a casa da scuola e le spara ferendola gravemente alla testa. Cercano proprio lei perché ha il coraggio, attraverso un blog, di dire quello che pensa sul regime dei talebani nel suo Paese. Malala però sopravvive, porta avanti la sua battaglia e diventa una delle attiviste più conosciute al mondo nell’ambito del diritto all’istruzione. A 17 anni riceve il premio Nobel per la pace.

Greta Thunberg (2003;Svezia)

La frase: “Non sei mai troppo piccolo per fare la differenza”.

È sicuramente la più conosciuta tra le attiviste. Greta, che ha la sindrome di Asperger, è nata a Stoccolma. Nel 2018 decide di scendere in piazza per manifestare affinché il Governo faccia subito qualcosa per il clima del nostro pianeta. Ogni giorno per settimane si presenta con un cartello davanti al palazzo del Governo. In tanti giovani seguono il suo esempio e in tutto il mondo iniziano, ogni venerdì, a manifestare per la tutela dell’ambiente. Da questo nasce il movimento studentesco Fridays for Future. Greta è stata anche nominata “Persona dell’anno” dalla rivista Time nel 2019.

Katie Stagliano (1999; Stati Uniti)
Katie ha iniziato a coltivare frutta e verdura a nove anni. Dopo aver fatto crescere un enorme cavolo da un seme piccolissimo, l’ha donato a una mensa locale sfamando 275 persone. Da qui ha avuto l’idea di fondare Katie’s Krops, un’organizzazione con cento orti in giro per il Paese. Ai giovani viene insegnato come mantenere un orto produttivo in modo da donare i prodotti freschi alle persone bisognose.

Netiwit Chotiphatphaial (1996; Thailandia)
A soli 16 anni fonda il Thailand Education Revolution Alliance, un’associazione nata per promuovere la riforma del sistema scolastico, aumentare le scuole pubbliche e garantire a tutti l’istruzione. Netiwit ha scritto libri proibiti nel suo Paese e per questo ha subito continue repressioni. La sua battaglia non si può ancora dire vinta ma la porta avanti ogni giorno anche attraverso la sua pagina Facebook.

Bana Alabed (2009; Siria)

La frase: “Da stanotte non abbiamo più una casa. È stata bombardata e sono finita tra le macerie. Ho visto dei morti. Sono quasi morta”.

Bana nel 2006, in accordo con la sua mamma, apre un account Twitter per raccontare al mondo il dramma che sta vivendo con la guerra in Siria. L’account di Bana viene nel giro di pochi giorni seguito da centinaia di migliaia di follower. Finalmente la sua storia, quella della sua città (Aleppo), finisce al centro dell’attenzione internazionale. Nel giro di qualche mese Bana e la mamma trovano rifugio in Turchia ma la giovane continua a twittare.

Nadia Sparkes (2006; Regno Unito)

La frase: “Non smetterò certo di fare la cosa giusta per loro. Sto lottando anche per proteggere il loro mondo”.

La chiamano tutti trash girl, "ragazza spazzatura". Perché? Ogni mattina andando a scuola raccoglie le erbacce, le buste, le bottiglie di plastica. Esce di casa un’ora prima del suono della campanella , riempie il cestino della bici. Purtroppo alcuni ragazzi sono arrivati al punto di insultarla e minacciarla ma lei non si è fermata. In poco tempo ha raccolto 1100 litri di immondizia. Grazie a Facebook ha creato il gruppo Team Trash Girl attraverso il quale incoraggia tutti a raccogliere almeno tre rifiuti al giorno. Nel 2018, è stata nominata “Ambasciatrice della Earth Hour", un’iniziativa del WWF.